Grulli Pietro

  • Cremona, 16 giugno 1831 - 21 ottobre 1898
  • Secondo dei tredici figli di Luigi, macellaio, e di Giuditta Sartori, figlia d’un oste, nacque a Cremona il 16 giugno 1831 [Anagrafe del Comune di Cremona, registri 1846/1859 presso l’ Archivio di Stato] “sotto Sant’Abbondio” [SOMMI PICENARDI 1800 - SOMMI PICENARDI 1997, p. 154]. Al momento della nascita di Pietro, i suoi genitori abitavano infatti in una casa posta di fronte al muro est della chiesa, sotto il campanile, al numero 1730 della Contrada San Nazaro (oggi Via Bernardino Gatti n. 13). Pietro rimase celibe per tutta la vita e sembrerebbe aver vissuto per la maggior parte della sua esistenza con la famiglia d’origine, che risiedeva ancora a S. Abbondio nel 1843, mentre nel 1847 abitava nella Contrada Pescheria Vecchia 2234 (oggi via Platina 2), dal 1848 nella Contrada della Montata 2278 (via Sicardo 3? o 4?), dal 1857 – anno della morte del padre – nella Contrada Gonzaga 2117 (via XI Febbraio 4), nel 1885 in Via Amati 6 (oggi 8), e nel 1896 in corso Garibaldi 32 (oggi 62). Da ragazzo entrò nella ditta del costruttore d’organi e pianoforti Ragionier Francesco Ghisi (cembalista, nato a Barzaniga nel 1809, arrivato a Cremona nel 1838), che aveva sede nella Contrada Gonzaga. Vi lavorò per diversi anni, mentre nel frattempo, da autodidatta, aveva cominciato a restaurare qualche strumento ad arco [CAVALLI, 1898]. Sommi Picenardi, ammettendo d’aver preso le notizie sul Grulli da un foglietto manoscritto del canonico Gaetano Bazzi († 1890), scrisse che nel 1859, quando scoppiò la guerra per l’indipendenza della Lombardia dal dominio austriaco, la ditta Ghisi entrò in crisi e il padrone esortò il suo dipendente a provare a dedicarsi alla costruzione dei violini. Saputo ciò, Luigi Faja († ?), violinista della Società Filarmonica e dell’orchestra del Teatro Concordia e frequentatore abituale del laboratorio di liuteria del collega contrabbassista Enrico Ceruti († 1883) , si sarebbe prestato a istruire Grulli sui principali rudimenti della costruzione dei violini, dato che il Ceruti era geloso del proprio sapere liutario e non era disposto a fornire insegnamento a chicchessia. Nel registro anagrafico 1843/59, Pietro Grulli era iscritto come “falegname di cembali”, con aggiunto in un secondo tempo “in proprio”. Avrebbe imparato le tecniche dell’intaglio e dell’impiallacciatura dal valente ebanista e intarsiatore Paolo Moschini († post 1869). [Zambelloni, nella trascrizione del manoscritto di Sommi Picenardi (1997) ha indicato il nome ‘Paolo Marchini’, ma l’unico falegname cremonese iscritto nei registri della Camera di Commercio con questo nome era in attività nel 1802 a Rivarolo del Re, quando Pietro Grulli non era ancora nato. Paolo (Paolino) Moschini, nato a Soncino nel 1789, aveva fatto l'apprendistato a Milano presso Epifanio Moreschi (allievo di Maggiolini) e a Firenze presso Sostegno Benvenuti. Nel 1850 aprì la sua bottega a Cremona, alla quale si rivolsero numerosi committenti aristocratici, fra i quali è annoverata Maria Luigia d'Austria, duchessa di Parma e Piacenza]. Pietro apprese l’intaglio anche da Carlo Fecit († ?, nato a Cremona nel 1817, falegname come il padre Giuseppe, nel 1822 aveva bottega in Contrada Diritta (ora Via Palestro). Con arnesi scarsi e rudimentali, Grulli riuscì a costruire il suo primo violino – «di forma imperfetta, ma buono il suono» [CAVALLI, 1898] – che vendette nel 1862/63 al rinomato violinista e mandolinista non vedente cremasco Giovanni Vailati, detto “l’orbino di Crema” († 1890). A causa della terza guerra d’indipendenza del 1866 – alla quale partecipò come soldato del 1° Reggimento Volontari Italiani anche uno dei fratelli Grulli: Eugenio Luigi († 1926) – Pietro, in quanto fratello maggiore, fu costretto a partecipare per almeno quattro anni alle attività di macelleria e osteria esercite in famiglia. Avrebbe ricominciato con convinzione l’attività di liutaio nel 1870 (come sembrano confermare le date delle etichette de suoi strumenti sinora censiti) costruendo prevalentemente violini (gli sono attribuiti sinora un solo violoncello del 1880 c. ed una chitarra). Dal 1885 al 1892 .abitò e lavorò, come accennato, in via Amati 6 (ora 8) [Annuario d’Italia 1892, pp. 991 e 993] – nel luogo in cui al tempo i cremonesi credevano fosse stata la casa degli Amati –, mentre nel 1894 «alla modesta bottega del Grulli in via Garibaldi», si recò in visita il folclorista inglese Herbert Morris Bower che, nel suo opuscolo sulla sua visita a Cremona, scrisse: «Qui, è vero, [il visitatore] non troverebbe alcun ulteriore sviluppo della famosa Scuola Cremonese, ma un cordiale e allegro lavoratore.» [Herbert M. BOWER 1895, pp. 12-13.] Nel 1896, infatti, veniva indicato come costruttore di strumenti musicali in Corso Garibaldi 32 (ora n. 62) [Annuario d’Italia 1896, p. 1076]. Secondo Sommi Picenardi, Grulli avrebbe costruito circa 40 strumenti, molti dei quali venduti all’estero, fra i quali vanno compresi i due violini muti: 1892 (esposto al Museo del Violino di Cremona) e 1893 (esposto al Museo nazionale degli strumenti musicali di Roma). Aveva partecipato con due violini all’Esposizione Agricola di Cremona del 1880, ottenendo dal Ministero di Industria e Commercio una medaglia di bronzo d’incoraggiamento e inviato poi quattro violini all’Esposizione nazionale di strumenti musicali di Arezzo del 1883, ottenendo un menzione onorevole, e l’anno seguente era stato premiato con una medaglia di bronzo d’onore all’Esposizione generale italiana di Torino, ove aveva presentato ancora quattro violini. Presentò altri strumenti anche all’Esposizione di Cremona del 1892. Nel 1895 fece donazione al Comune di Cremona, per le sale dei Musicisti e Liutai del Museo Civico, di quattro morsetti in legno di noce da violoncello con la marca di Antonio Stradivari (MS 635-638).[BOWER, 1895]. Morì ‘povero’ il 21 ottobre 1898, commemorato, durante la funzione funebre in chiesa e al momento della sepoltura al cimitero di Cremona, da due ricordi di Aristide Cavalli [CAVALLI, 1898], fondatore dell’Officina Claudio Monteverdi. Arrivato il momento dell’esumazione, i suoi resti furono calati nell’ossario comune del cimitero di Cremona divenendo irreperibili. (La scrittura di questa biografia è stata resa possibile in gran parte dalle ricerche compiute dal violinista dilettante tedesco Rolf Fauser.)

creato:giovedì 8 marzo 2012
modificato:mercoledì 22 febbraio 2023