Stradivari Antonio

  • 1644/49 - Cremona, 18 dicembre 1737
  • Da documenti d’archivio si sa che fu figlio di Alessandro Giuseppe, ma non sono noti né il luogo, né la data della sua nascita, avvenuta probabilmente fra il 1644 e il 1649. Sulla base dei tratti stilistici dei suoi primi strumenti e d’una delle sue prime etichette conosciute, datata 1666, è stato tradizionalmente ritenuto allievo di Nicolò Amati, ma sul suo apprendistato non sono state reperite sinora conferme documentarie. Risiedeva in Cremona nella parrocchia di S. Cecilia, quando si unì in matrimonio con Francesca Ferraboschi è andò ad abitare in una casa di proprietà dell’intagliatore Francesco Pescaroli, situata nella parrocchia di S. Agata. Nel 1680 acquistò la Casa Picenardi nel piazzolo di S. Domenico, parrocchia di S. Matteo, dove visse con la famiglia e lavorò sino alla sua morte, avvenuta il 18 dicembre 1737. Due dei suoi figli di primo letto, Francesco (1671-1743) e Omobono (1679-1742), lo coadiuvarono nella bottega, probabilmente sin dalla loro gioventù, anche se Omobono pare si sia allontanato per qualche periodo da Cremona per altre attività: è documentato un suo viaggio a Napoli nel primo quarto del Settecento, ma l'influenza del padre sul loro lavoro è stata così forte che i loro stilemi risultano quasi inosservabili prima del 1720. Anche uno dei figli di secondo letto, Giovanni Battista Martino (1703-1727), potrebbe aver lavorato nella bottega del padre. Dal 1666 al 1737 Stradivari produsse almeno un migliaio di strumenti a pizzico e ad arco d'ogni tipo in uso alla sua epoca, ma il numero di quelli sopravvissuti è molto inferiore. Fra essi sono rarissimi gli strumenti a pizzico: qualche chitarra, un’arpa portatile e due mandolini; i violini, con le caratteristiche stilistiche dei diversi periodi della sua lunga attività, sono la maggioranza; le viole sono poche: circa una decina le “contralto” e solo una “tenore” (la Medicea del 1690, che è anche l’unico strumento stradivariano rimasto inalterato in tutte le sue parti); i violoncelli della sua prima produzione avevano in origine le grandi dimensioni del tardo 17° secolo, la maggior parte dei quali ha subito la riduzione delle dimensioni in epoca successiva, mentre attorno al 1707 ha iniziato a sviluppare un nuovo modello, noto come 'forma B', di cui sopravvivono circa 20 esemplari; negli ultimi anni d’attività ha creato due nuovi modelli di violoncello: uno più stretto della “forma B” e un altro più piccolo e più squadrato. Alla sua morte, la bottega fu ereditata da Francesco e rimase attiva sino alla scomparsa di questi nel 1743, dopo di che Paolo Stradivari (n. 1708), uno dei figli di Antonio, l’affittò per qualche tempo a Carlo Bergonzi, e nel 1775 vendette tutti gli arnesi le forme e i disegni rimasti al conte di Casale Monferrato, Alessandro Cozio di Salabue.
  • Antonius Stradiuarius Cremonensis / Faciebat Anno ....

creato:giovedì 8 marzo 2012
modificato:domenica 16 dicembre 2018