11. A proposito del ritratto di Caspar Duiffoprugcar (1562)
L’immagine del ritratto di Caspar Duiffoprugcar (Tieffenbrucker) – liutaio di origine bavarese attivo a Lione alla metà del Cinquecento – inciso da Pierre Wœiriot De Bouzey (1532-1589 ca.) è stata mostrata in un’infinità di pubblicazioni di argomento liutario, ma quasi sempre senza indicarne la provenienza.
Dovendo trattare di questo ritratto anche nel mio nuovo libro su Stradivari (Gianpaolo GREGORI, Antonio Stradivari. I volti del mito – The faces of the myth, Il mio libro self publishing, 2025), mi sono sentito in dovere di fare una ricerca bibliografica e nel WEB per cercare di compilare una cronologia delle sue prime citazioni e un elenco dei luoghi dove ne sono conservati gli originali (Prologo, nota 6).
Il ritratto pare essere apparso in bibliografia per la prima volta nel 1810, citato da Choron e Fayolle (Alexandre-Etienne CHORON et François Joseph-Marie FAYOLLE, Dictionnaire historique des musiciens. Paris, 1810, t. I, p. 195) e venne descritto sommariamente due anni dopo alla pag. 947 del primo volume del Nuovo lessico storico-biografico del compositore (Neues historish-biographishes Lexicon der Tonkünstler, t, I, Leipzig, Kuhnel), in cui si riferiva che era stato segnalato dal signor Maior von Wagner.
Nel 1814 J.B. Bonaventure Roquefort († 1834) lo descrisse di nuovo (Jean-Baptiste Bonaventure ROQUEFORT-FLAMERICOURT, Biographie universelle ancienne et moderne. Parigi, G. Michaud, tome XII, p, 476), asserendo fra l’altro che Fayolle aveva “fatto reincidere la figura di questo artista da questo ritratto”. È probabile che si riferisse al mezzo busto rivolto a destra inserito nella Galerie des Violons et Luthiers Celébrès Morts & Vivants qui se sont distingues dans leur art, soit par Ecrits et des Compositions musicales, soit par la construction et la belle maniére de jouer leur instrument. Ouvrage périodique présenté à Mr. Edouard Gustave Boode [...]. Paris, Frey, 1819, inciso da Lambert il Giovane († sec. XIX) traendolo “da un’incisione appartenente al signor Roquefort” (Fig. 1).
Fig. 1
È possibile che Roquefort, il quale aveva scritto fra l’altro di possedere tre strumenti del liutaio tedesco, avesse un esemplare della stampa originale di Wœiriot, dato che in gioventù aveva raccolto numerosi documenti antichi sulla musica francese, da lui stesso venduti prima di morire per far fronte a difficoltà economiche.
Più tardi, alle pagine 110-111 del settimo tomo de Le peintre-graveur français, ou Catalogue raisonné des estampes gravées par les peintres et les dessinateurs de l’école française, Parigi, Gabriel Warée, 1844, il collezionista di stampe e autore dell’opera Robert Dumesnil († 1864) descrisse il ritratto, senza mostrarne l’immagine, come segue:
«284. Duiffoprugcar (Gaspard). Visto di tre quarti, a mezzo corpo e girato a sinistra, dove guarda. La sua lunga barba discende in due fiocchi sul petto. Nella mano destra tiene un compasso, e nell’altra un liuto circondato da dieci altri strumenti musicali. È circoscritto in un ovale il cui fondo è ‘colorato’. In alto c’è una corona, nella quale vi è un marchio. Vi si legge in basso, in una tavoletta: Gaspar Duiffoprugcar / Viva fui, in sylvis sum dura occisa securi. / Dum vixi, tacui, mortua dulce cano. / aeta ann. / XL – VIII / 15 PWDB 62. / Altezza: 191 millimetri. Larghezza: 134 mm.»
Nel 1876, Vidal († 1891) pubblicò una riproduzione ‘infedele’ della stampa di Wœiriot con il personaggio voltato a destra e senza strumenti (fig. 2), disegnata e incisa due anni prima da Frédéric-Désiré Hillemacher (Antoine VIDAL, Les Instruments à archet, t. I, Parigi, J. Claye, 1876, Pl. XIX, p. 90).

Fig. 2
Poi, anche Chouquet († 1886) inserì il ritratto di Duiffoprugcar (Fig. 3) nella seconda edizione del 1884 del catalogo del Museo del Conservatorio di Parigi (Gustave CHOUQUET, Le Musée du Conservatoire national de Musique. Catalogue descriptif et raisonné, ..., Nouvelle édition, ornée de figurés, Parigi, Firmin-Didot). L'immagine pubblicata, però, si discosta da quella descritta da Dumesnil vent’anni prima in quanto ha lo sfondo bianco e un’iscrizione in basso su tre righe e non vi sono l’età del personaggio, la data 1562 e la croce di Lorena. E le iniziali di Wœiriot sono indicate con le sole lettere W P.

Fig. 3
Nove anni dopo, Coutagne († 1885) affermò di conoscere due versioni originali della stampa, ma ‘d’accontentarsi’ di descrivere quella conservata alla Bibliothèque National de France, che fece riprodurre in dimensione ridotta per “héliogravure” (Fig. 4) e fu il primo a pubblicarne l’immagine nell’edizione a stampa della sua comunicazione all’Accademia delle Scienze di Lione del 21 marzo 1893 (Henry COUTAGNE, Gaspard Duiffoproucart et les luthiers lyonnais, Discours de réception à l’Académie des Sciences, Parigi, Fichbacher, 1893), in cui citò quasi tutta la bibliografia precedente della stampa.

Fig. 4
In effetti, l’inventario delle stampe del 1938 della Bibliothèque National de France (Jean ADHEMAR, Inventaire du fonds français, graveurs du seizième siècle / Bibliothèque nationale, Département des estampes. Tome second, Levert-Woeriot, Paris, Bibliothèque National, p. 166) descriveva due ritratti di Duiffoprugcar simili a quelli descritti da Dumesnil:
a) «Ier état [sic ?] : Avec inscription de 4 lignes, Ed. 5. b. Rés., fol, 46; Nb. 43; N2. (Duiffoprugcar)».
Questo esemplare ha sotto l’ovale l’iscrizione manoscritta “Pierre Wœiriot” e il numero stampigliato D 130963. La posizione del timbro della Biblioteca sulla parola Duiffoprugcar lo fa identificare con quello fatto copiare e pubblicato da Coutagne, ma non si tratta d’un “Primo stato”, come indicato nel catalogo, ma piuttosto della versione definitiva (Fig. 5). La segnatura attuale della stampa è: “Département des Estampes et de la photographie, N2-Duiffoprugcar, D-130963“ ed è fra l’altro lo stesso della fotografia del fondo Mirimond mostrata in Gallica (département Musique, VM PHOT MIRI-21 (567).

Fig. 5
b) «IIe état: Inscription de 3 lignes. Robert-Dumesnil, VII et XI, 284; Courboin, 11442». Ha sotto l’ovale l’iscrizione manoscritta R. D. 284 che sembra coincidere con alcune delle indicazioni dell’inventario, ma le iscrizioni sulla stampa non sono di 3 linee, bensì integre ed è identica a quella descritta sopra. Potrebbe trattarsi dell’esemplare descritto da Robert Dumesnil nel 1844 (Fig. 6). La segnatura attuale è: Département des Estampes et de la photographie, KD-3(1)-FOL, M-29990.

Fig. 6
La Bibliothèque National possiede anche un terzo esemplare originale della seconda versione, non compreso nell’inventario del 1938. È stato rudemente ritagliato in ovale eliminando gli importanti particolari dell’apice (corona vegetale con il marchio del liutaio) e della base (età del soggetto, data della stampa e iniziali dell’autore). E' indicato col n. 47 e si trova incollato in un volume rilegato in marocchino rosso appartenuto a Michel de Marolles († 1681), abate e noto collezionista di stampe antiche. La segnatura attuale è: Département des Estampes et de la photographie, RESERVE ED-5(B)-FOL (Fig. 7).

Fig. 7
Un quarto esemplare del "II Stato" è si trova nell’Archivio Storico Ricordi di Milano e ha sotto l’iscrizione manoscritta “Gasparo Duiffoproucart / Liutaio” (Fig. 8).

Fig. 8
Un quinto esemplare della stessa stampa, ma colorato all’acquerello e con l’aggiunta attorno all’ovale d’una cornice gialla (Fig. 9), sta nel Vierter Thail Philippi Hainhoferi Lautenbucher: un manoscritto assemblato ad Augusta prima del 1604, conservato alla Herzog August Bibliothek di Wolfenbüttel (Cod. Guelf. 18. 8. Aug. fol. - Heinemann-Nr. 2214 – , vedi: http://diglib.hab.de/mss/18-8-aug-2f/start.htm. È stata recentemente riprodotta in: Alessandra BARABASCHI, Stradivari. Die Geshichte einer Legende, Vienna, Böhlau Verlag, 2021, p. 51.

Fig. 9
Un sesto esemplare originale è conservato al British Museum di Londra (inv. 1934,0720.1) – ritagliato all’orlo dell’ovale e incollato su un foglio di carta con stampigliate le iscrizioni: «SECOND STATE R.D. VII. 110. 284». E' pervenuto al Museo Britannico nel 1934 da C G Boerner, il quale l’aveva acquistato tramite la Colnaghi Art Gallery (Fig. 10). Vedi: https://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1934-0720-1.

Fig. 10
Un altro esemplare della stampa è pure conservato al British Museum – n.1862,0208.109, ritagliato attorno al profilo e incollato a un foglio con stampigliata l’iscrizione: FIRST STATE (fig. 11). Pare in tutto somigliante alla stampa pubblicata da Choquet (Fig. 3); infatti mostra lo stesso sfondo bianco e l’assenza nella targa sotto il ritratto delle iscrizioni dell’età del personaggio e nel ricciolo non ci sono la data 1862, la croce di Lorena- Le lettere iniziali dell’autore. che appena si percepiscono, sono W P.

Fig. 11
Repliche di questa stessa stampa sembrano essere: quella messa in vendita qualche tempo fa in ebay.fr (https://www.ebay.fr/itm/293064141834) (Fig. 12), e quella, definita “stampa tarda”, comparsa nella Drouot Gazette (https://www.gazette-drouot.com/en/lots/19821210-pierre-woeiriot-1532-1599--) (Fig. 13).

Figg. 12 e 13
A questo punto risulta evidente che vi sono due versioni dell’incisione di Wœiriot.
L’immagine con lo sfondo bianco pubblicata da Choquet nel 1888 (Fig. 3), di cui esistono l’esemplare al British Museum (Fig. 10) con l’indicazione “First State” e quelle messe in vendita Online, che viene considerate una prima versione della stampa (Primo Stato) ed è firmata con la sigla
;
è giusto dedurre che, per arrivare al “Secondo Stato”, l’autore dovrebbe avere inciso in un secondo tempo sulla lastra originale le nubi in alto attorno alla corona con il marchio del liutaio, la rigatura dello sfondo, le iscrizioni della targa in basso “aeta ann / XL-VIII”, la croce di Lorena tracciata nel piccolo ricciolo rilevato sopra il cartiglio con la data “15-62” che racchiude le lettere iniziali dell’incisore, fatte diventare (PWDB)
, aggiungendo l’arco della P alla prima asta della W, quello della D alla terza e gli archi della B alla quarta; ma ci si deve domandare come potrebbe essere stata cancellata la P dopo la W. Il dubbio è lecito e per risolverlo occorrerebbe verificare (magari con esami scientifici sui supporti e sugli inchiostri) se l’incisione mostrata per primo da Choquet e le altre conservate siano veramente un “Primo Stato” cinquecentesco completato dall’autore o edizioni postume semplificate dell’originale.
Va segnalata infine l’esistenza d’un dipinto ad olio su tavola di “Scuola Francese del XIX secolo” (cm. 45,5 x 28,5) che riprende a colori il ritratto di Woeriot con la targa inferiore tagliata in basso come nella stampa considerata di “Primo stato” ma con l’età del personaggio inserita nella stampa di “Secondo stato” (Fig. 14). https://www.musicantic.eu/peinture-iconographie/portrait-de-gasparo-duiffopruggar_5244_fr_D.html.

Fig. 14
Gianpaolo Gregori, 23 Novembre 2025